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La società cervese fra il 1700 e il 1800

La società cervese fra il 1700 e il 1800

Un progetto di ricerca e studio realizzato in occasione del Trecentesimo di Cervia Nuova, nel 1997, dalle classi quinte della scuola elementare di Milano Marittima. La storia, con gli occhi dei bambini, per raccontare com'era la vita dei loro coetanei al tempo della fondazione di Cervia, nel 1697.

Il Trecentesimo della fondazione di Cervia Nuova (1697-1997) ha rappresentato l'occasione per riattraversare luoghi, storie, avvenimenti.
Provare a rivivere nella memoria la vita delle donne e degli uomini che ci hanno preceduto, riconquistare sapori e cultura, patrimonio della Cervia di oggi.
Per fare tutto questo, gli strumenti possono essere diversi. L'immedesimarsi per tornare indietro nel tempo, è forse il modo più curioso e ricco di stimoli.

Le quinte classi della scuola elementare di Milano Marittima, nell'anno scolastico 1996/1997, hanno colto in modo originale lo spirito delle celebrazione del Trecentesimo.
Si sono informati su come era la vita dei loro coetanei in quel tempo. Un ottimo modo di fare storia, quello di occuparsi dei cambiamenti delle cose, degli oggetti, dei mestieri e dei costumi.

In questa ricerca, gli alunni si sono calati, in senso letterale, nei panni dei loro predecessori e si sono trasformati, per un giorno, nei bambini cervesi del 1700.
Il frutto della ricerca è stato inserito in una pubblicazione, che riportiamo, il più fedelmente possibile in queste pagine.


 

La linea del tempo

Riportiamo sulla linea del tempo alcuni degli eventi importanti della storia della nostra città ed evidenziamo quelli accaduti nel periodo preso in considerazione per la ricerca socio-ambientale.

  • 1634
    Cervia è una città in piena decadenza demografica, ambientale ed economica.
    Prima richiesta ufficiale per la costruzione di una nuova città.

  • 1640
    Cervia registra un ulteriore calo della popolazione e una scarsa produzione di sale.

  • 1650
    Aumentano le richieste al Papa per ottenere il permesso di costruire una nuova città viino al mare, in una zona più salubre.

  • 1691-1712
    Costruzione dei Magazzeni del Sale e della Torre San Michele.

  • 1697
    Il 9/11 Papa Innocenzo XII firma il chirografo che autorizza la costruzione della città.

  • 1698
    24/1, posa della prima pietra di Cervia Nuova

    NOVAE URBIS CERVIAE PRIMAM IOANNES FRANCISCUS
    RICAMONTIUS     PONTIFEX    SOLEMNBITER    INDUTUS
    PETRAM POSUIT DIE VIGINTI QUATTOUR JANUARII MILL.
    SEX, NONAG.OCTAVO EXCURGENTEM URBEM UNIVERSI
    CIVIUM ORDINES SUB PROTECTIONEM BEATEA MARIAE
    VIRGINIS    ET    SANCTORUM   BARTHOLOMEI    AP.   AT
    PATERNIANI EPISCOPI POSUERUNT.

  • 1714
    Completata la costruzione delle case riservate ai salinai e canapini

    Si volle che la città avesse l'aspetto di una fortezza, poiché
    nei muri esterni, che praticamente costituivano la cinta
    muraria della città, non si fecero porte ma solo finestre
    munite di solide inferriate "per levare la sugitione et assicurarle
    dal pericolo de' corsari et renderle sane circha al aria cativa..."
    In mezzo dei lati settentrionale e meridionale fu lasciata
    l'apertura del ponte, rispettivamente: porta di Ravenna e
    porta Cesenatico.

  • 1715-1750
    Completamento della costruzione della nuova città.

  • 1797
    Cervia, sotto il dominio napoleonico fa parte del Regno d'Italia.

  • 1799
    I francesi deturpano porta Ravenna.

  • 1811
    Scuola pubblica a Cervia (documento).

  • 1815
    Dopo il Congresso di Vienna, la città ritorna sotto il dominio della Chiesa.

  • 1821-1822
    A. Ressi (carbonaro cervese) è accusato di altro tradimento e imprigionato insieme a Silvio Pellico nell'isola di San Michele a Venezia.

La società cervese fra il 1700 e il 1800

Salinai

Rappresentavano la parte più consistente della popolazione lavorativa. 
I salinai che custodivano un fondo salifero iniziavano a lavorare in primavera e terminavano in autunno.
Durante la raccolta del sale, venivano aiutati dai familiari.

Artigiani

Fabbri, canapini, ciabattini, falegnami, sarti, barbieri... 
A volte interrompevano la loro attività nei mesi estivi per andare a lavorare, come operai, nelle saline.

Pinaroli

Operai che, dopo la campagna del sale, da novembre a primavera, si dedicavano alla raccolta delle pigne da pinoli e della legna da vendere: teda, sgobbole...

Pescatori

Abitavano per lo più nel borgo-marina, fuori dal quadrilatero di Cervia nuova.
Molti provenivano dal Veneto.

Agricoltori

Nelle campagne vicine vi erano casolari abitati da famiglie abbastanza numerose.
I contadini, oltre ai cereali e ai legumi, coltivavano canapa e riso.

Religiosi

A quel tempo Cervia era sede vescovile, perciò ospitava numerosi uomini di Chiesa. 
Nella nostra zona, inoltre, c'erano diversi conventi.

Militari

Avevano il compito di tutelare l'ordine nella città e di vigilare sulle saline.
Allora il sale era veramente prezioso, perciò era oggetto di furto da parte della popolazione.

Nobili

I nobili cervesi erano pochi.
Le persone che avevano ruoli importanti in città, erano quelle che possedevano numerosi bacini saliferi, i grandi proprietari di terreni, il notaio, il medico.


Ruolo delle donne cervesi

Le donne avevano principalmente il compito di accudire la famiglia.

Molte, nei mesi estivi, andavano anche a lavorare nelle saline, facevano le cavatrici e portavano il sale sulla cesta del carriolo usando sporte di giunco che intrecciavano in casa, durante l'inverno.

In seguito le sporte sono state sostituite dalla panira di legno.

Nelle campagne le donne, oltre ad occuparsi della casa, aiutavano gli uomini nel lavoro dei campi, inoltre, dovevano prendersi cura degli animali da cortile.

A quel tempo, in certe famiglie, le donne più anziane e le più giovani, per guadagnare qualche soldo, si dedicavano all'allevamento dei bachi da seta (nella zone a sud della città c'erano moltissimi gelsi: alimento base dei bruchi).

Durante i mesi invernali, le donne che potevano disporre di un telaio, lavoravano la canapa e tessevano rotoli di tela robusta che in parte veniva venduta e in parte era utilizzata per il corredo della famiglia.


I bambini e la salute

Fra il 1700 e il 1800 la vita media della popolazione era assai breve e la mortalità infantile era elevata.

Anche allora i bambini venivano colpiti dalle malattie infettive quali il morbillo, la varicella, la pertosse o da semplici influenze.
Inoltre la vicinanza di zone paludose e malsane, faceva sì che le malattie più frequenti fossero quelle polmonari, la malaria e il tifo.

Purtroppo, a quel tempo, le conoscenze in campo scientifico erano piuttosto scarse e le medicine non erano efficaci come quelle di oggi, quindi non sempre i medici riuscivano a individuare e a curare in tempo certe malattie.

Altri disturbi molto comuni erano quelli gastrointestinali, il rimedio più usato e conosciuto per questi problemi era l'aglio: gli spicchi infilati con uno spago venivano portati al collo a guisa di collana; nei casi più gravi l'aglio, ridotto a poltiglia, veniva usato come impacco e posizionato vicino all'ombelico per tutta la notte.

L'igiene personale non era molto curata: il bagno o il semplice lavaggio dei capelli non era frequente perché anche nelle nuove case dei salinai i servizi erano essenziali (solo le latrine) e a volte dovevano essere utilizzati da più di una famiglia.

I bambini più fortunati facevano il bagno una volta alla settimana, ciò avveniva nella stanza adibita a cucina, davanti al fuoco, in un recipiente di legno (mastello) e, quando era possibile, l'acqua doveva essere utilizzata per lavare più persone.

Per proteggere i capelli dai pidocchi, dalla polvere e dal sole, donne e bambini indossavano sempre cuffie o fazzoletti annodati.


L'alimentazione

La mensa dei nostri antenati non era né ricca né abbondante. 
In maniera molto semplice potremmo dire che essi si nutrivano in prevalenza di ciò che la natura offriva a seconda delle stagioni: poverazze, cannelli, pesce... (mare e saline),. selvaggina e verdure selvatiche... (pineta).

Forse i più fortunati erano i contadini perché disponevano di cibo più variato; i salinai (tranne il sale) dovevano comprare quasi tutto poiché nelle nuove case era praticamente impossibile allevare animali o coltivare quel tanto che bastava alla famiglia.

I pescatori venivano chiamati magna pes proprio perché, sulla loro tavola, questo era l'alimento più frequente.

La farina di granoturco era l'ingrediente fondamentale per i pasti di tutto l'anno. 
Con essa, mista a farina di grano, si preparavano pane, minestre e piadina; mentre da sola, era usata per fare la polenta.

Questa costituiva spesso il pasto principale per il popolo e veniva fritta, arrostita o cotta mista a fagioli.

Il pane bianco era consumato solo in casi particolari: ad esempio veniva dato alle partorienti o ai bambini malati.


I bambini e l'istruzione

Al tempo di Cervia nuova non c'era l'obbligo scolastico perciò erano ben pochi i bambini che erano in grado di leggere e scrivere, infatti, verso la fine del 1700, nella nostra zona oltre l'85% della popolazione era analfabeta.

Il documento più antico che siamo riusciti a reperire (risale al periodo napoleonico), consiste in un elenco di scolari che, nel bimestre 1811-gennaio 1812 frequentavano la "Pubblica Scuola di Grammatica Inferiore" a Cervia.

Dall'analisi del documento abbiamo avuto la conferma che la nostra città, in quegli anni, faceva parte del Regno d'Italia (sotto il dominio francese), che a Cervia esisteva una scuola pubblica, che il corso di studi era ripartito in quattro anni, che gli scolari erano solo maschi, che la loro età era compresa fra i sei e i diciannove anni.

Abbiamo appreso inoltre che il maestro, nonché autore del documento, si chiamava: D. Pietro Paolo Borghi.

Particolarmente interessante è stato il confronto fra il nostro e il loro programma di studio.

Considerando che nel 1811 erano già presenti tutte le quattro classi e che a quel tempo era molto frequente la ripetenza, possiamo ipotizzare che, forse, nella nuova Cervia la scuola pubblica esisteva già agli inizi del 1800


Abiti dei popolani dell'epoca

Confrontando riproduzioni di opere d'arte del 1700-1800 e consultando libri e documenti, ci si accorge che i vestiti, nella tradizione popolare, non sono quasi cambiati dal 1600 fino alla prima metà del 1800 e il corredo personale era estremamente ridotto.

Gli abiti dei bambini erano semplici e ampi perché dovevano servire a lungo; quando diventavano piccoli, se erano ancora in buono stato, venivano indossati da un fratello minore.

---> Scopri di più sugli abiti dei bambini di quel tempo


I bambini... e il lavoro

Le bambine, fin da piccole, venivano educate e abituate a svolgere i lavori di casa, a volte aiutavano le persone anziane quando bisognava andare a raccogliere le foglie di gelso per i bachi da seta, ma non avevano molte occasioni per stare insieme alle loro coetanee.
Spesso era loro negata la possibilità di frequentare la scuola. Raramente le ragazze venivano incoraggiate a svolgere un lavoro fuori casa.

I maschi, appena erano in grado di farlo, venivano avviati al lavoro paterno.

I salinai, ad esempio, si tramandavano di padre in figlio l'arte di cavar sale nonché gli espedienti che consentivano di produrne di più e di migliorarne la qualità.

Anche la maggior parte dei figli dei pescatori erano destinati a seguire le orme paterne. I meno fortunati, fin da giovanissimi, venivano sfruttati a bordo delle piccole barche da pesca, per i lavori più ingrati; essi venivano chiamati murì e in cambio delle enormi fatiche a cui erano sottoposti, ricevevano una manciata di pesce di scarto da portare a casa.

Poiché non c'era l'obbligo scolastico, durante i mesi invernali i bambini avevano il dovere di aiutare la famiglia.

Da novembre in poi, seguivano i grandi nel bosco pineto e davano una mano nella raccolta delle pigne da pinoli, mentre le sgobbole (residuo vuoto della pigna) e i rami secchi più sottili caduti dai pini, venivano portati a casa, riposti nelle cantine e usati per riscaldare gli ambienti e per alimentare i fornelli di mattoni.

A questo proposito abbiamo letto che tutti i cervesi potevano andare a far legna in pineta purché rispettassero le leggi severe che erano state emesse per far sì che il fabbisogno di legname non rovinasse troppo il bosco.

Chi trasgrediva doveva pagare multe salate.

 

... Aiutavamo i nostri genitori 
nella raccolta della legna.
I rami secchi più sottili caduti dagli alberi
venivano portati a casa,
riposti nelle cantine
e usati in cucina
per alimentare i fornelli di mattoni...

 

...Scegliere la legna giusta, in pineta,
era molto faticoso e impegnativo.
Poi bisognava pensare al trasporto,
naturalmente dopo averla legata
con dei rametti flessibili ma resistenti.
Lungo il tragitto si poteva incontrare qualche ostacolo
ed era difficile saltare con quel peso sulle spalle...

 

... In piena estate
noi bambini aiutavamo i nostri genitori
nella raccolta del sale.
Spesso ci veniva dato l'incarico
di aiutare la mamma a spingere il cariolo ben colmo,
verso "la tomba"...

 

...In autunno inoltrato
andavamo in pineta
non per divertirci e giocare,
ma per fare scorta di pigne e sgobbole
che servivano per riscaldare la casa.
Quanta fatica per trovarle in mezzo alle foglie e ai cespugli!
Quando tornavamo con tante pigne,
i genitori ci ringraziavano 
e ci facevano lavorare meno il giorno seguente...

...Quando ci era permesso, andavamo a pescare sul canale
e noi eravamo contenti
perché passavamo momenti tranquilli e di riposo.
Quando ritornavamo a casa con tanto pesce,
i nostri genitori erano soddisfatti 
anche perché avevamo rimediato qualcosa in più da mangiare...

 

...La mamma ci dava spesso l'incarico
di raccogliere i panni stesi ad asciugare nel cortile di casa.
Oltre ad essere un lavoro,
era il nostro passatempo preferito
per scambiarci quattro chiacchiere
e cantare una canzoncina...

 

I giochi

Alcuni giochi sono arrivati fino a noi attraverso le generazioni con pochi cambiamenti, di tanti altri purtroppo ormai si sono perse le tracce.

E' stata interessante e piacevole la ricerca per i ragazzi, ma ancora più bella è stata la scoperta di quanto ci si può divertire ancora oggi con poco.

--> Scopri di più sui giochi che divertivano i bambini di un tempo


 

Progetto realizzato dalla Scuola elementare Giuseppe Mazzini di Milano Marittima, anno scolastico 1996/1997, ideato dalle classi 5^ A e 5^ B con le insegnanti Domenica Lolli, Giuliana Lunedei, Sandra Baldelli, in collaborazione con i genitori e i nonni.

Preziose collaborazioni e fonti bibliografiche sono state importanti per la realizzazione del progetto.
La pubblicazione che raccoglie tutto il progetto è disponibile presso la Biblioteca Comunale di Cervia.

 

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Informazioni turistiche

www.turismo.comunecervia.it - #VisitCervia - iatcervia@cerviaturismo.it - +39 0544 974400